
Il Carnevale di Venezia ha una storia tanto antica quanto travagliata. Nel corso di oltre dieci secoli, questa celebrazione ha vissuto fasi alterne di gloria e di oblio, tra festeggiamenti in grande stile, incidenti tragici, limitazioni all’uso delle maschere e nuovi fasti. Nel tempo ne sono successe di tutti i colori, e noi veneziani siamo sicuri che le sorprese non mancheranno neanche in futuro: del resto il Carnevale di Venezia, come altri nel mondo, rappresenta da sempre un’occasione di svago all’insegna dell’eccesso e della trasgressione.
Un modo per dare ai ceti più umili la possibilità di abbandonarsi alla pazza gioia senza per questo essere riconoscibili dagli altri. Ed è qui che si può intuire il valore delle maschere: la loro funzione originale è stata proprio questa, nascondere il volto e di conseguenza l’identità di chi le indossava.
Ma andiamo con ordine perché la storia del Carnevale di Venezia è lunga e complessa e merita di essere suddivisa in due principali periodi: il Carnevale Antico e il Carnevale Moderno. Iniziamo dalla prima fase.
Fino alla caduta della Repubblica di Venezia, avvenuta nel 1797, Il Carnevale di Venezia guadagnò una certa notorietà in tutte le classi sociali, da quelle più povere alle più facoltose. Complice la bellezza e particolarità della città che lo ospitava, e complici le straordinarie maschere che si andarono affermando nel corso dei decenni, la nomea di questo evento crebbe fino a uscire dai confini della Repubblica. Basti pensare che già dal 1271 si hanno notizie di una produzione di maschere consolidata: botteghe della maschera come la nostra comparvero un po’ dappertutto, nelle calli e nelle piazze, a dimostrazione di quanto fosse importante trovare il travestimento più adatto alla propria indole.
Argilla, cartapesta, gesso e garza furono a lungo i materiali più utilizzati per la creazione delle spettacolari maschere veneziane: la tradizionale tecnica della cartapesta continua tuttora a essere l’unica prevista nella nostra bottega, un piccolo concentrato di storia situato al numero 598 di Piazza San Marco.
Ogni festa ha i suoi riti e i suoi appuntamenti e il Carnevale non fa certo eccezione. Va ricordato a questo proposito che parliamo di una festa legata per certi aspetti alla Quaresima, ovvero al periodo di digiuno e penitenza che precede la Santa Pasqua. Partecipare al Carnevale era anche un modo, quantomeno in tempi antichi, per dribblare i sacrifici e le ristrettezze e, mascherandosi, dimenticare i problemi e le difficoltà senza per questo rinunciare all’anonimato. Nel periodo del Carnevale, che per secoli durò ben 6 settimane, si consolidarono in special modo due rappresentazioni di notevole spessore, la festa delle Marie e il Volo dell’Angelo.
La Festa delle Marie aveva come protagoniste 12 giovani donne scelte fra le più belle e le più povere della città. Queste, prossime al matrimonio, venivano portate al cospetto del Doge, che le omaggiava con gioielli e preziosi in funzione di dote. La festa è tornata in voga in questi anni come rievocazione storica, con tanto di abiti e acconciature di una volta (ma senza maschere).
Il Volo dell’Angelo ebbe invece una genesi diversa, affermandosi come lo spettacolo degli spettacoli. Se all’inizio fu un funambolo turco a raggiungere per la prima volta la cella campanaria del campanile di San Marco in equilibrio su una fune tesa, negli anni successivi ci furono acrobati professionisti e non, compresi giovani veneziani, finché il Volo dell’Angelo non divenne il volo figurato di una o più persone appese a un cavo. Nel 1795 un tragico incidente decretò la temporanea sospensione dello spettacolo, se non altro fino all’avvento del Carnevale Moderno, quando il Volo dell’Angelo assurse a cerimonia inaugurale.
E a questo punto, concluso il capitolo sull’Antico Carnevale di Venezia, siamo pronti per passare alla seconda parte del nostro articolo, quella sul Carnevale Moderno e sul resto della storia fino a oggi.
Quali sono le maschere che si indossano? E qual è il loro significato? Rispondere a queste domande vuol dire entrare nei segreti e nei tesori del Carnevale: un vero e proprio viaggio fra cultura, storia, arte, spettacolo, prezioso ma al tempo stesso accessibile a tutte le persone che lo desiderano.
Oggi, come anche un tempo, le maschere veneziane rimangono un tesoro popolare, un regalo da fare a se stessi e alle persone importanti, per indossarle durante il Carnevale, per portarle a casa dopo un viaggio a Venezia come souvenir da appendere al muro, per rendere omaggio alle persone a cui si vuole bene e per mille altre circostanze.
Il nome San Marco 596 nasce dall’indirizzo della piccola bottega dove, 20 anni fa, Giorgio iniziò a creare il suo sogno.
Con una sedia, un tavolo e qualche acquarello, Giorgio, con suo figlio Nicolò, iniziarono a creare i primi gatti veneziani, i giullari sempre sorridenti (proprio come loro due) e le prime Eye Mask decorate con motivi floreali glitterati (tanto amate da Giorgio).
Negli anni a seguire, sono iniziati i workshop dove i visitatori hanno potuto imparare i segreti di questa antica arte e poi, nel 2023, è nata la famosa e unica collezione di maschere con fregi barocchi.
Quante altre maschere verranno create nei prossimi anni? Cosa inventerà Nicolò? Per scoprirlo, dovete venire a trovarci.
Aperto tutti i giorni
09,30 – 18.30
San Marco 598
30124 Venezia
giorgiomaschereveneziane@gmail.com
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